Economisti avvertono: il pacchetto Omnibus I mette a rischio la sostenibilità dell’UE

Il pacchetto Omnibus I dell'UE secondo 90 economisti rischia di compromettere la leadership europea in sostenibilità.

Immaginate di svegliarvi una mattina e scoprire che i vostri sforzi per costruire un futuro sostenibile sono stati messi a rischio da una decisione politica. Questo è esattamente ciò che stanno vivendo molti economisti dell’UE, i quali hanno lanciato un allerta riguardo al pacchetto Omnibus I della Commissione Europea. Questa iniziativa, secondo loro, non rappresenta solo una battuta d’arresto per le normative sulla sostenibilità, ma rischia di minare il ruolo guida dell’Europa nel promuovere diritti umani e pratiche ecologiche. Ma cosa c’è dietro questo allarmante avviso?

La critica al pacchetto Omnibus I

Recentemente, 90 economisti di spicco hanno firmato una dichiarazione comune in cui esprimono preoccupazioni sulla proposta contenuta nel pacchetto Omnibus I, che prevede modifiche alla direttiva sulla due diligence in materia di sostenibilità aziendale (CSDDD) e alla direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (CSRD). La loro posizione è chiara: le pressioni aziendali non dovrebbero prevalere sugli interessi collettivi del pianeta e della società. Il Professore Johannes Jäger ha sottolineato che queste scelte economiche sono, in ultima analisi, scelte politiche. La Commissione sembra quindi favorire interessi a breve termine a discapito del benessere a lungo termine di cittadini e ambiente.

Impatto sulle normative esistenti

La dichiarazione degli economisti smantella l’idea che le normative sulla sostenibilità possano ostacolare la competitività. Anzi, mettono in luce come i problemi strutturali dell’economia europea, come la mancanza di investimenti in infrastrutture e una ridistribuzione dei guadagni di welfare che penalizza le fasce più deboli, siano le vere cause della stagnazione. Insomma, se vogliamo un’economia prospera, è fondamentale che le normative sulla sostenibilità non vengano indebolite ma, al contrario, potenziate.

Un appello alla leadership dell’UE

In un contesto di crisi e conflitti, la trasformazione sociale ed ecologica è più urgente che mai. Gli economisti esortano i politici europei a riaffermare il loro impegno per i diritti umani e la sostenibilità, sottolineando che l’Europa ha l’opportunità di dimostrare una leadership esemplare. Eppure, è difficile non chiedersi: è davvero così che vogliamo essere ricordati? Se ci lasciamo influenzare da pressioni miopi, cosa diremo ai nostri figli riguardo al mondo che abbiamo lasciato loro?

La posizione di CIDSE e la necessità di cambiamento

La famiglia internazionale di organizzazioni cattoliche per la giustizia sociale, CIDSE, sta combattendo per far sentire la sua voce. Collaborando con partner e alleati globali, cercano di promuovere giustizia e sostenibilità. La loro missione è chiara: affrontare le ingiustizie sistemiche e promuovere alternative socialmente giuste. Come riportato recentemente da uno studio, i cittadini sono pronti a sostenere un cambiamento che metta in primo piano il bene comune.

Un futuro di speranza o di incertezze?

In un’epoca di crescente consapevolezza ambientale e responsabilità sociale, ci troviamo di fronte a una scelta cruciale. Le normative sulla sostenibilità possono sembrare un peso per alcune aziende, ma in realtà rappresentano un’opportunità per innovare e prosperare in un contesto globale sempre più attento alle tematiche ecologiche. Eppure, il rischio di un regresso è concreto. Ricordo quando un imprenditore mi disse: “Se non ci adattiamo, rischiamo di estinguerci come dinosauri”. La sfida è dunque quella di trovare un equilibrio tra esigenze aziendali e responsabilità sociale.

Scritto da AiAdhubMedia

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