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Quando si parla di sostenibilità, ci si aspetta che le politiche europee siano all’avanguardia. Eppure, oltre 80 eminenti economisti dell’Unione Europea, tra cui 13 italiani, hanno espresso preoccupazione per il pacchetto Omnibus I della Commissione Europea. Questo pacchetto, secondo loro, potrebbe rappresentare un’inversione di rotta significativa, minacciando non solo la leadership dell’UE in materia di sostenibilità, ma anche i diritti umani fondamentali. La loro dichiarazione, intitolata “Oltre i profitti a breve termine: perché l’UE deve difendere la direttiva sulla due diligence in materia di sostenibilità aziendale e il Green Deal”, è un chiaro avviso che non può essere ignorato.
Le preoccupazioni dei economisti
La dichiarazione congiunta degli economisti sottolinea che i tentativi di indebolire la direttiva sulla due diligence in materia di sostenibilità aziendale (CSDDD) e quella sul reporting di sostenibilità (CSRD) non sono solo politicamente miopi; sono anche economicamente infondati. Infatti, essi esortano le istituzioni europee a garantire un’attuazione tempestiva e ambiziosa delle normative del Green Deal. È interessante notare come la loro analisi smonti l’idea che le normative sulla sostenibilità possano danneggiare la competitività. Al contrario, si fa riferimento a fattori strutturali, come il calo della domanda interna e i ritardi negli investimenti, che contribuiscono alla stagnazione economica dell’Europa.
Costi di conformità e supporto alle normative
Una parte centrale della discussione riguarda i costi di conformità per le aziende. Secondo uno studio della London School of Economics, i costi di attuazione degli obblighi di due diligence per le grandi aziende ammontano, in media, solo allo 0,009% del loro fatturato. Questi dati dimostrano chiaramente che le paure legate ai costi di conformità non sono giustificate. Inoltre, il supporto delle aziende per tali obblighi è evidente, con solo il 7% delle aziende tedesche che si oppone a misure di questo tipo. Ma cosa accadrebbe se venissero revocate le norme sulla sostenibilità? Rischi per la fiducia degli investitori, incertezze normative e una potenziale erosione della coerenza del mercato potrebbero essere solo l’inizio.
Un appello alla politica
In questo contesto, la Campagna Impresa 2030 ha accolto con favore la dichiarazione degli economisti, sottolineando che è un avvertimento significativo per i politici. Cristiano Maugeri di ActionAid ha affermato che l’ISTAT ha recentemente confermato la correlazione positiva tra sostenibilità e produttività nelle aziende che si impegnano nella tutela dell’ambiente. La protezione dei diritti delle persone lungo le filiere globali, raggiunta attraverso la Direttiva Due Diligence, è vista come un valore fondamentale da preservare. Sicuramente non è il momento di cedere alle pressioni delle lobby che cercano di ostacolare la transizione ecologica.
Il futuro della sostenibilità in Europa
La trasformazione sociale ed ecologica dell’economia è più necessaria che mai. A mio avviso, i responsabili politici devono dimostrare un impegno reale per riaffermare la leadership dell’UE in materia di diritti umani e sostenibilità. Non possiamo permetterci di tornare indietro; il futuro delle prossime generazioni dipende dalle scelte che facciamo oggi. Ricordo quando, durante una riunione con alcuni giovani attivisti, si parlava di come le politiche ambientali avessero un impatto diretto sul nostro modo di vivere. La passione e la determinazione di quei ragazzi mi hanno colpito profondamente. È un sentimento che deve guidarci: la lotta per un futuro sostenibile è una battaglia che vale la pena combattere.