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Negli ultimi dieci anni, molte organizzazioni hanno compiuto passi avanti significativi nella riduzione della loro impronta di carbonio, adottando imballaggi riciclabili e biodegradabili, piantando alberi e diminuendo le emissioni di gas serra. Tuttavia, non tutte le aziende sembrano impegnate in cambiamenti autentici. Alcune cercano di migliorare la loro immagine ecologica senza affrontare seriamente le problematiche ambientali, dando origine a un fenomeno noto come “greenwashing”. Questo termine si riferisce a pratiche aziendali che traggono in inganno i consumatori riguardo alla reale sostenibilità dei loro prodotti o servizi.
Il fenomeno del greenwashing nel tempo
Quando si parla di greenwashing, i settori più frequentemente associati a queste pratiche sono quelli dell’industria petrolifera e del gas, della ristorazione e di altri settori ad alto impatto ambientale. Tuttavia, anche il settore finanziario ha affrontato le sue controversie legate al greenwashing. Ad esempio, il DWS Group è stato al centro di ripetute accuse di greenwashing. Nel 2025, l’azienda è stata multata di 25 milioni di euro dai pubblici ministeri tedeschi per affermazioni ingannevoli riguardo ai suoi criteri ESG, un problema emerso già nel 2021 con le denunce di un whistleblower che sosteneva che DWS avesse esagerato le proprie credenziali ESG.
Le controversie legate a DWS e BNY Mellon
Le accuse contro DWS hanno portato a indagini sia da parte delle autorità americane che tedesche, culminando in una perquisizione della polizia nel 2022 e le dimissioni del CEO. Nel 2023, la SEC ha inflitto una multa di 25 milioni di dollari per dichiarazioni errate riguardanti l’ESG. Anche Greenpeace ha criticato il piano di bonus ESG di DWS, definendolo superficiale e non significativo. Queste situazioni evidenziano un modello di pratiche ESG esagerate, mirate ad attirare investitori senza un reale impegno verso la sostenibilità.
Un caso simile è emerso con BNY Mellon, che nel 2022 ha ricevuto una multa di 1,5 milioni di dollari dalla SEC per dichiarazioni fuorvianti sull’integrazione ESG nei fondi comuni d’investimento. Sebbene questi fondi fossero pubblicizzati come focalizzati sull’ESG, l’agenzia ha riscontrato che BNY Mellon non aveva applicato la revisione della qualità ESG con la coerenza dichiarata. Tali episodi sollevano dubbi sulle pratiche di greenwashing nel settore finanziario.
Le sfide nel rilevare il greenwashing
Riconoscere e valutare accuratamente i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) è un compito complesso, che offre opportunità alle aziende di celare iniziative ecologiche inefficaci o fasulle. Secondo Regtank, le principali difficoltà nel rilevare il greenwashing includono la mancanza di dati affidabili e trasparenti, la confusione terminologica e la scarsa consapevolezza del pubblico. Queste lacune portano a dati e punteggi ESG inaccurati, consentendo ai greenwasher di sfuggire alle responsabilità. Riconoscere il greenwashing richiede un’analisi approfondita delle affermazioni aziendali e una conoscenza dettagliata delle loro catene di approvvigionamento e operazioni.
L’attività di attivismo e l’uso dell’AI
Man mano che le pratiche di greenwashing diventano più comuni, investitori attivisti, giornalisti e il pubblico in generale si servono di social media, notizie e blog per mettere in evidenza affermazioni fuorvianti. L’intelligenza artificiale (AI) si sta rivelando uno strumento prezioso per la rilevazione precoce del greenwashing, analizzando enormi quantità di dati pubblici. SESAMm utilizza l’AI generativa e i modelli di linguaggio per identificare i rischi di greenwashing attraverso miliardi di articoli web, coprendo oltre 25 miliardi di articoli in più di 100 lingue.
Regolamentazioni e futuro del greenwashing
La crescente attenzione verso il greenwashing non è sfuggita ai regolatori, che stanno sviluppando quadri come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) per affrontare le dichiarazioni di sostenibilità ingannevoli. Guardando al futuro, il greenwashing sarà oggetto di un attento scrutinio da parte di regolatori, investitori e del pubblico. Con l’evoluzione dei quadri normativi come CSRD e CSDDD, cresce la pressione sulle aziende affinché dimostrino una reale responsabilità ambientale, al di là della semplice pubblicità verde. La combinazione di rigorose normative e tecnologie AI avanzate giocherà un ruolo fondamentale nel rivelare le false affermazioni verdi e nel supportare gli investitori nella navigazione dei rischi ESG con maggiore trasparenza e responsabilità.
In un mondo dove la sostenibilità è sempre più al centro del dibattito pubblico, è essenziale che le aziende non solo adottino pratiche ecologiche genuine, ma che siano anche pronte a dimostrarle in modo trasparente e responsabile. Solo così si potrà costruire un futuro migliore, dove il rispetto per l’ambiente non è solo una facciata, ma una realtà tangibile e condivisa.