Rafforzare la vigilanza climatica per le aziende: le nuove proposte della Banca d’Inghilterra

La Banca d'Inghilterra propone nuove linee guida per affrontare i rischi climatici nelle aziende e garantire un sistema finanziario più resiliente.

Negli ultimi anni, la questione dei rischi climatici è diventata sempre più rilevante per le istituzioni finanziarie. La Banca d’Inghilterra ha recentemente lanciato un documento di consultazione, aperto fino al 30 luglio 2025, in cui vengono presentate nuove proposte per migliorare la vigilanza climatica su banche e assicurazioni. Queste proposte mirano a colmare le lacune emerse dalla precedente guida del 2019, evidenziando la necessità di un approccio più robusto e coerente nella gestione dei rischi legati al clima.

Il ruolo della Banca d’Inghilterra nella vigilanza climatica

David Bailey, direttore esecutivo della politica prudenziale presso la Banca d’Inghilterra, ha sottolineato che “una gestione efficace del rischio nelle aziende contribuirà a creare un sistema finanziario più resiliente”. Questo approccio è fondamentale dato l’aumento della frequenza e della gravità degli eventi climatici, che rappresentano una sfida crescente per le istituzioni finanziarie. La Banca ha osservato che, nonostante alcuni progressi, molte aziende si trovano ancora in una fase iniziale nella gestione del rischio climatico, senza una chiara propensione al rischio specifico per il clima e senza integrazione adeguata nei processi decisionali.

La situazione attuale delle aziende

Le indagini condotte dalla Autorità di regolamentazione prudenziale (PRA) hanno rivelato che molte aziende non considerano il cambiamento climatico come un rischio materiale. Questa visione, secondo la PRA, non si basa su una valutazione adeguata dell’esposizione ai rischi climatici. Di conseguenza, le banche non hanno ancora sviluppato parametri chiari o dichiarazioni di propensione al rischio climatico, lasciando un vuoto significativo nella loro strategia di gestione del rischio.

Le sfide nel settore assicurativo

Nel settore assicurativo, sebbene un numero crescente di aziende stia integrando i rischi climatici nelle proprie dichiarazioni di propensione al rischio, le metriche utilizzate sono spesso troppo generiche o non correlate ai risultati finanziari. La PRA ha evidenziato che le attuali metriche non quantificano in modo adeguato i rischi finanziari legati al clima, rendendo difficile per gli assicuratori misurare e monitorare la loro esposizione rispetto alla propensione al rischio.

Le nuove proposte della Banca d’Inghilterra

Tra le novità introdotte dalla Banca d’Inghilterra, è importante sottolineare che le aspettative formulate non sono regole rigide, ma linee guida che rimarranno proporzionali ai livelli di esposizione delle imprese. Le aziende con un’esposizione materiale minore saranno invitate a modulare la loro risposta, ma dovranno garantire prudenza nelle ipotesi e nei giudizi formulati. Questo approccio flessibile è essenziale per garantire che tutte le aziende, indipendentemente dalla loro dimensione o dal settore, possano affrontare le sfide legate ai rischi climatici.

Le migliori pratiche globali come riferimento

Il quadro proposto dalla Banca d’Inghilterra trae spunto dalle migliori pratiche a livello globale, come quelle elaborate dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria e dalla Rete per rendere più verde il sistema finanziario. La PRA ha ribadito il suo sostegno al Comitato internazionale per gli standard di sostenibilità (ISSB), per migliorare la qualità della divulgazione e garantire che le aziende siano in grado di comunicare in modo chiaro e trasparente i loro approcci alla gestione del rischio climatico.

Integrazione del rischio climatico nella governance aziendale

Infine, la Banca d’Inghilterra ha concluso che una maggiore integrazione del rischio climatico nella governance, nella strategia e nei controlli aziendali è fondamentale per aiutare le aziende a far fronte ai cambiamenti a lungo termine e a salvaguardare la stabilità del mercato. Le istituzioni finanziarie devono adottare un approccio proattivo nella gestione del rischio climatico, non solo per proteggere i propri interessi, ma anche per contribuire a un futuro più sostenibile.

Scritto da AiAdhubMedia

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