Banche europee e rischi climatici: cosa c’è da sapere

Non crederai ai progressi e alle lacune delle banche europee nella gestione dei rischi climatici!

La questione dei rischi climatici è diventata un tema centrale per il settore bancario europeo. Non crederai mai a quello che è successo: secondo Frank Elderson, Vicepresidente del Consiglio di Vigilanza della BCE, le banche hanno fatto passi da gigante nella valutazione e gestione di questi rischi. Ma non tutto è roseo, anzi! Ci sono ancora molte sfide da affrontare. In questo articolo, esploreremo i progressi realizzati, le aree che necessitano di miglioramenti e le implicazioni per il futuro del settore finanziario. Sei pronto a scoprire di più? Andiamo!

1. Progressi nella gestione dei rischi climatici

La BCE ha messo in evidenza un cambiamento significativo nel modo in cui le banche affrontano i rischi climatici. Ricordi quando nel 2019 meno del 25% delle banche dell’area euro aveva valutato gli impatti del riscaldamento globale e della perdita di biodiversità? Oggi, grazie agli sforzi congiunti di esperti e risk manager, la situazione è notevolmente migliorata. Elderson ha affermato che oltre il 90% delle banche si considera ora esposta materialmente a questi rischi, un incremento impressionante rispetto a due anni fa. Un risultato che fa ben sperare, ma… c’è un ma!

Tuttavia, è fondamentale sottolineare che le buone pratiche non sono ancora universalmente applicate. In effetti, molte banche tendono a concentrarsi solo sui rischi di transizione, trascurando i rischi fisici, come alluvioni e ondate di calore. Questo approccio parziale potrebbe rivelarsi problematico, soprattutto in un contesto in cui gli eventi climatici estremi stanno diventando sempre più frequenti. Ma come possiamo affrontare questa situazione?

2. Le lacune da colmare

Nonostante i progressi, ci sono ancora notevoli lacune nella gestione dei rischi climatici da parte delle banche. Elderson ha avvertito che tre quarti degli istituti non includono tutti i fattori di rischio materiali nei loro piani di capitale. Inoltre, solo un terzo delle banche integra esplicitamente i rischi climatici nei propri piani di investimento. Questi dati sono allarmanti e mettono in evidenza la necessità di un cambiamento radicale nell’approccio alla gestione dei rischi. Ti sei mai chiesto come possiamo migliorare questa situazione?

Le limitazioni metodologiche, in particolare nella modellazione di eventi complessi, contribuiscono alla sottostima del rischio. È chiaro che le banche devono urgentemente migliorare la loro capacità di valutare e mitigare i rischi legati al clima e alla natura, per garantire una maggiore resilienza. Un compito non da poco, ma necessario per il nostro futuro!

3. L’urgenza di un’azione coordinata

Elderson ha sottolineato l’urgenza di affrontare i rischi climatici, richiamando l’attenzione sulle previsioni allarmanti riguardanti i mercati assicurativi. Con un aumento annuo delle perdite assicurate derivanti da catastrofi naturali stimato tra il 5% e il 7%, è evidente che i rischi non possono più essere considerati teorici. Il settore bancario deve prepararsi a un futuro in cui la sostenibilità e la gestione dei rischi climatici diventano imprescindibili. Ma cosa significa tutto questo per noi?

Per supportare le banche nel miglioramento delle pratiche di gestione del rischio, la BCE prevede di pubblicare un compendio aggiornato delle best practices entro la fine dell’anno. Inoltre, un’importante conferenza di sensibilizzazione si terrà nel 2025, dove verranno condivisi progressi e sfide attuali. Solo le banche resilienti potranno finanziare le transizioni necessarie per affrontare le sfide climatiche e garantire un futuro sostenibile. Segui il nostro viaggio verso un domani migliore!

Scritto da AiAdhubMedia

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