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Il 3 dicembre, Maurizio Grifoni, membro della Giunta di Confcommercio con responsabilità su economia circolare e solidarietà, ha presentato un intervento significativo davanti alla Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera. Durante questa audizione, si è discusso lo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva europea 2025/825 riguardo alle pratiche commerciali ingannevoli. Grifoni ha evidenziato come le misure proposte rappresentino un passo nella giusta direzione, soprattutto per combattere il fenomeno del greenwashing.
Obiettivi della normativa europea
Il provvedimento legislativo mira a rendere più trasparenti le informazioni fornite ai consumatori e a promuovere la durabilità e la riparabilità dei prodotti. In questo contesto, Grifoni ha sottolineato che l’intento di contrastare le pratiche ingannevoli è lodevole, poiché queste possono minare la fiducia dei consumatori e penalizzare le aziende che operano in modo etico. Tuttavia, l’applicazione della legge deve essere ponderata per non gravare eccessivamente sulle micro, piccole e medie imprese, che sono il motore dell’economia italiana.
Criticità da affrontare
Tra i punti critici sollevati da Confcommercio, particolare attenzione è stata dedicata alle nuove definizioni inserite nell’articolo 18 del Codice del Consumo. In particolare, la definizione di asserzione ambientale generica potrebbe includere comunicazioni commerciali che non hanno alcun riferimento specifico alla sostenibilità. Questo potrebbe generare confusione sia per le autorità sia per le aziende, rendendo difficile l’implementazione uniforme della legge. Di conseguenza, è fondamentale sviluppare linee guida nazionali chiare e coerenti per aiutare le imprese a orientarsi in questo nuovo panorama normativo.
Misure proposte e loro impatto
Il decreto legislativo in discussione introduce un insieme di misure che ampliano la lista delle pratiche commerciali vietate. Le affermazioni ambientali ingannevoli saranno sanzionate, in particolare quelle relative a prodotti descritti come “neutri” o “a impatto zero” senza prove solide a supporto. L’intento è quello di proteggere i consumatori e i settori più vulnerabili, come quello della moda, dove la comunicazione corretta è cruciale per salvaguardare il made in Italy e combattere pratiche sleali.
Collaborazione per il futuro
Grifoni ha quindi ribadito l’importanza di un approccio bilanciato, che consideri le specificità delle piccole e medie imprese. Queste realtà, infatti, spesso non dispongono delle stesse risorse delle grandi aziende per adeguarsi a normative complesse. È per questo motivo che Confcommercio si è impegnata a fornire supporto e contributo attivo per garantire che le nuove regole siano sostenibili e facilmente applicabili. Solo così si potrà garantire una transizione efficace verso un’economia più verde e responsabile.

