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Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha posto il Green Deal al centro della propria strategia di crescita, promuovendo la sostenibilità ambientale. Tuttavia, recenti sviluppi hanno sollevato preoccupazioni riguardo a come le misure di sostenibilità possano essere compromesse da una spinta verso la deregulation, come evidenziato dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, durante il summit di Copenaghen.
L’analisi di Sara Todeschini, dottoranda nel campo della sostenibilità, mette in luce questi cambiamenti e le implicazioni per le aziende, esaminando il delicato equilibrio tra semplificazione normativa e il rischio di greenwashing.
Il progetto di ricerca di Sara Todeschini
Il fulcro della ricerca di Todeschini è la direttiva europea sul Corporate Sustainability Reporting (Csrd), che richiede alle aziende di rendicontare in modo trasparente le loro prestazioni di sostenibilità non finanziaria. Con una formazione in giurisprudenza, l’autrice affronta le problematiche legate alla sostenibilità da una prospettiva giuridica, evidenziando i cambiamenti normativi in atto.
Dalla teoria alla pratica: la Csrd e il Green Deal
Il Green Deal rappresenta una vera e propria strategia di crescita per l’Unione Europea, enfatizzando l’importanza di considerare aspetti ambientali e sociali nelle politiche aziendali. La prima commissione Von der Leyen ha evidenziato la centralità di questo approccio, portando all’adozione di normative come la Csrd. Questa direttiva introduce il concetto di doppia materialità, richiedendo alle aziende di dichiarare sia l’impatto delle loro attività sull’ambiente e sulla società, sia i costi associati a rischi sociali e ambientali.
Le implicazioni della deregulation
Con la crescente attenzione verso la competitività, il dibattito sulla deregulation è tornato centrale. La rielezione di Donald Trump e il rapporto Draghi hanno sollevato interrogativi sulla direzione delle politiche europee. Parte della Commissione ha proposto un pacchetto di deregulation che prevede la semplificazione degli obblighi di rendicontazione, ritenuti eccessivamente onerosi per le aziende. Tuttavia, questo processo rischia di compromettere la Csrd, con effetti diretti sulla sostenibilità europea.
Rischi e opportunità per le aziende
Le misure di deregulation hanno portato a un clima di incertezza per le aziende, in particolare per quelle che già si sono adeguate alla Csrd. Mentre l’Unione Europea affronta sfide politiche e democratiche legate all’adozione di queste normative, il rischio di perdere credibilità aumenta. Le aziende, da parte loro, devono affrontare costi elevati e la possibilità di un greenwashing se non vi è una chiara regolamentazione.
Il ruolo attivo delle aziende
Nonostante le sfide, le aziende hanno l’opportunità di contribuire attivamente alla sostenibilità. Attraverso iniziative volontarie, possono affrontare questioni ambientali e sociali. Tuttavia, è essenziale che queste azioni siano supportate da un quadro normativo chiaro, affinché non si trasformino in tentativi di mascherare pratiche poco etiche. La comunità scientifica sottolinea l’importanza di un approccio normativo piuttosto che volontario per evitare la proliferazione del greenwashing.
Il futuro della sostenibilità nell’Unione Europea dipenderà dalla capacità di mantenere un equilibrio tra la deregulation e le normative necessarie per garantire la trasparenza e la responsabilità delle aziende. Solo attraverso un dialogo costruttivo tra tutte le parti interessate sarà possibile realizzare un vero progresso verso obiettivi di sostenibilità condivisi.

