La disinformazione e la sfida della sostenibilità

In un mondo saturato di disinformazione, come possiamo comunicare la sostenibilità in modo efficace?

Viviamo in un’epoca in cui la disinformazione sembra essere la nuova norma. Ogni giorno siamo bombardati da notizie fuorvianti e polarizzanti che distorcono la realtà. Ma che impatto ha tutto questo sulla sostenibilità? La risposta è cruciale per il nostro futuro. Recentemente, durante l’evento ASviS al Salone del Libro di Torino, è emerso con chiarezza che la vera sfida non è solo quella di informare, ma di farlo in modo che le persone possano comprendere e, soprattutto, agire. In un contesto in cui la verità sembra sotto attacco, come possiamo raccontare la sostenibilità in modo che non venga vista come un ostacolo alla crescita, ma come un’opportunità?

L’importanza della comunicazione nella sostenibilità

La comunicazione efficace è fondamentale. Alessandra Bianco, direttrice della comunicazione corporate del Gruppo Lavazza, ha sottolineato la responsabilità dei comunicatori nel fornire narrazioni accurate e coinvolgenti. Non si tratta solo di informare, ma di ispirare. La proposta di un “Goal 0”, un obiettivo che mira a utilizzare immagini e storie per raccontare la sostenibilità, è un bellissimo esempio di come possiamo rendere questo tema più accessibile. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere. Personalmente, ricordo una volta in cui, parlando di sostenibilità a un gruppo di giovani, sono stato colpito da come le loro domande rivelassero un grande desiderio di capire e partecipare.

La scienza e la fiducia dei cittadini

Ma come possiamo costruire questa fiducia? Andrea Alemanno di Ipsos ha sollevato un punto cruciale: solo il 61% degli italiani ha fiducia negli scienziati. Questo è preoccupante, soprattutto in un momento in cui la scienza gioca un ruolo fondamentale nel guidare le nostre decisioni. La disinformazione, come ha affermato, è una delle minacce più gravi per la democrazia. Dobbiamo, quindi, trovare modi per presentare dati scientifici in modo che siano comprensibili e rilevanti. È qui che entra in gioco la narrazione. Come possiamo rendere la scienza non solo comprensibile, ma anche affascinante?

Comunicare con il cuore: storie che ispirano

Marco Girardo, direttore di Avvenire, ha parlato della necessità di una relazione autentica tra il comunicatore e il pubblico. La gente cerca una bussola in un mare di informazioni. Quante volte ci siamo sentiti sopraffatti dalla quantità di notizie, senza sapere a chi credere? È essenziale curare questa relazione, costruendo messaggi che non siano solo informativi, ma che tocchino il cuore. La comunicazione deve essere un viaggio condiviso, non un monologo. E chi meglio di noi, come narratori, può trasformare informazioni complesse in storie che ispirano e motivano?

Il ruolo dei media nella transizione ecologica

Federico Ferrazza di Italian Tech ha messo in evidenza come spesso la disinformazione derivi da false correlazioni. Per esempio, molti attribuiscono la crisi della classe media alle politiche ambientali, senza considerare le vere cause. Noi, come media, dobbiamo impegnarci a unire i puntini, a spiegare chiaramente perché la sostenibilità non è solo una moda, ma un imperativo. Ricordo una discussione con un amico scettico riguardo al Green Deal. Dopo aver ascoltato le giuste argomentazioni, ha cambiato completamente idea. Questo dimostra che, quando le informazioni sono presentate in modo chiaro e logico, le persone sono pronte a cambiare.

Il futuro della sostenibilità: un impegno collettivo

Il futuro della sostenibilità non è solo una questione di scelte politiche o economiche, ma di impegno collettivo. Come ha ben spiegato Paolo Iabichino, il futuro è l’“elefante nella stanza”. Dobbiamo affrontarlo, non ignorarlo. Elena Shneiwer ha aggiunto che è fondamentale finanziare progetti sostenibili, ma ancora di più è raccontarli in modo che le persone possano capire il loro impatto. La comunicazione deve essere chiara, sincera e, soprattutto, umana. Solo così possiamo sperare di coinvolgere un pubblico sempre più vasto e consapevole.

Un appello all’azione

Roberto Natale ha chiuso l’evento con una nota di speranza, sottolineando che, sebbene solo il 36% degli italiani sia consapevole dello sviluppo sostenibile, c’è un enorme potenziale inespresso. Dobbiamo lavorare per aumentare questa percentuale, rendendo la sostenibilità un tema che riguarda tutti noi. Come possiamo farlo? Forse iniziando a raccontare storie che ispirano, che mostrano come ognuno di noi possa fare la differenza. In fondo, come si suol dire, “l’unione fa la forza”. E ora più che mai, abbiamo bisogno di quella forza.

Scritto da AiAdhubMedia

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