Pepsi rivede i suoi obiettivi di sostenibilità: cosa cambia per il futuro

Pepsi ha riveduto i suoi obiettivi di sostenibilità, con significative modifiche alle tempistiche e alle strategie di imballaggio.

Pepsi, una delle aziende leader nel settore alimentare e delle bevande, ha recentemente annunciato un cambiamento significativo nei suoi obiettivi di sostenibilità. Questa revisione, che interessa vari aspetti come il clima, la gestione dei rifiuti e l’agricoltura, ha portato a un rinvio del traguardo per raggiungere le emissioni nette zero di gas serra, spostandolo dal 2040 al 2050. Un cambiamento che suscita interrogativi non solo sul futuro dell’azienda, ma anche sull’intero settore.

Le nuove tempistiche e le motivazioni

Pepsi ha sottolineato che la decisione di posticipare l’obiettivo di riduzione delle emissioni è stata influenzata da “fattori esterni” che hanno impattato sui progressi realizzati fino ad oggi. Questi includono la mancanza di infrastrutture adeguate per il riciclo e il riutilizzo, le difficoltà nella modernizzazione delle reti elettriche, e la scarsità di veicoli elettrici competitivi sul mercato. Inoltre, le politiche governative, spesso inconsistenti e in continua evoluzione, hanno complicato ulteriormente il percorso verso una maggiore sostenibilità.

Obiettivi climatici rivisti

Oltre al rinvio dell’obiettivo di emissioni nette zero, Pepsi ha modificato anche altri target climatici. L’azienda ha aggiornato il suo obiettivo di riduzione delle emissioni Scope 1 e 2, fissando un nuovo traguardo del 50% entro il 2030, rispetto al 2015. Anche gli obiettivi per le emissioni Scope 3 sono stati riconsiderati, con un passaggio dal 40% al 42% per il settore Energia e Industria, e dal 40% al 30% per Foreste, Suolo e Agricoltura. Nonostante queste revisioni, Pepsi ha assicurato che i nuovi obiettivi rimangono allineati con le linee guida della Science Based Targets Initiative, che puntano a limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5°C.

Strategie di imballaggio in evoluzione

Un altro aspetto significativo riguarda le politiche di imballaggio. Pepsi ha rivisto l’obiettivo di riduzione del 20% della plastica vergine da fonti non rinnovabili entro il 2030, optando per una strategia che prevede una riduzione media annuale del 2% di plastica vergine fino al 2030. L’attenzione si concentrerà sugli imballaggi primari nei mercati principali. Inoltre, l’azienda ha aggiornato il suo obiettivo di utilizzo della plastica riciclata, fissando un traguardo del 40% (o più) entro il 2035.

Impegno per l’agricoltura e l’acqua

Pepsi ha anche ampliato il suo impegno in ambito agricolo, aumentando da 7 a 10 milioni gli acri su cui implementare pratiche rigenerative, protettive o di ripristino entro il 2030. Anche gli obiettivi per la gestione delle risorse idriche sono stati aggiornati, con un focus particolare sulle aree a rischio elevato. L’ambizione di diventare “water positive” entro il 2030 rimane confermata, nonostante le recenti modifiche.

Riflessioni finali

La revisione degli obiettivi di sostenibilità da parte di Pepsi evidenzia una realtà complessa e sfidante. Mentre l’azienda continua a perseguire pratiche agricole sostenibili e strategie di imballaggio innovative, i cambiamenti di rotta suggeriscono la necessità di una riflessione più profonda su come le grandi aziende possono affrontare le sfide ambientali. Le modifiche apportate da Pepsi non sono solo una questione di numeri, ma rappresentano una risposta alle pressioni esterne e alle difficoltà intrinseche nel perseguire una vera sostenibilità. In un contesto globale in continua evoluzione, è fondamentale che le aziende trovino un equilibrio tra ambizione e realismo, per contribuire a un futuro più sostenibile.

Scritto da AiAdhubMedia

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